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Inizio lezioni anno scolastico 2019/2020

Allegati:

1^ e 2^ premio del “PUNZI” al David di Donatello Il CINEMA: la settima arte

Il Cinema è la settima arte, cosi lo definì il critico Ricciotto Canudo nel 1921, ed è diventato uno strumento di formazione per veicolare cultura e giungere dove gli insegnanti, i libri, non possano fare. Il Liceo Polivalente Don Quirico Punzi di Cisternino lo ha compreso ed in questo anno scolastico con il sostegno del Dirigente Prof. Francesco Dell’Atti e della prof.ssa Vittoria Magno, in qualità di docente referente, ha partecipato al progetto David di Donatello Giovani, offrendo e concedendo alle nuove generazioni l’opportunità di frequentare una sala cinematografica e di diventare seppure per breve tempo, critici cinematografici in “erba”. Il nostro Liceo, con la collaborazione dell ‘Agis Scuola Puglia e dell ‘Auditorium cinema di Locorotondo, sostenuto dal prezioso contributo del sig. Angelo Acquaviva, gestore della sala cinematografica, che crede nelle nuove generazioni, offrendo loro la possibilità di vedere in anteprima, gratuitamente, tutte le pellicole in concorso al David di Donatello, tutto questo lo ha potuto realizzare. Il progetto ha inizio in ottobre e si protrae fino ad aprile; la scuola sceglie tra le quinte classi studenti che abbiano compiuto il dicìottesimo anno di età e che abbiano un interesse per la cultura cinematografica, costituendo una giuria che ha il compito di votare la pellicola più interessante e di recensirla, cosi da partecipare al concorso nazionale David Giovani.

In questo anno scolastico due studenti del nostro liceo Krizia Loparco classe V A e Lorenzo Camposeo V B del liceo Linguistico, hanno vinto rispettivamente il primo ed il secondo premio regionale in equità, per il primo premio, con il liceo di San Severo (Fg), premio che anche negli anni passati il nostro liceo si è aggiudicato. I premi, sono relativamente, per il primo classificato la partecipazione alla mostra Internazionale del cinema di Venezia 2019 che si terrà a settembre e per il secondo classificato, la partecipazione alla mostra del cinema di Roma, in data da stabilirsi. Gli studenti hanno realizzato un elaborato/ recensione su due pellicole di successo della nostra stagione cinematografica appena terminata; “Capri Revolution” di Mario Martone e “Chiamami con il tuo nome” di Luca Guadagnino. Due film differenti nelle tematiche affrontate ma che confermano ancora una volta, che il cinema italiano porta avanti la grande tradizione di De Sica, Rossellini, Bertolucci , Pasolini e di tanti altri cineasti del passato che hanno fatto la storia del nostro cinema. Un augurio ai nostri studenti per questa bellissima esperienza che si apprestano a vivere e che dopo l’esame di maturità, li porterà nella vita adulta non dimenticando, come diceva il grande Edoardo De Filippo, che gli esami non finiscono mai e che questo sarà soltanto il principio di una lunga serie di esperienze e di successi, che noi gli auguriamo.

Prof.ssa Vittoria Magno

 

Recensione di Capri Revolution

Capri Revolution è un assoluto inno alla libertà o meglio alla ricerca di quest’ultima.

Il film del 2018 diretto da Mario Martone è stato presentato presentato in concorso alla ultima mostra del cinema di Venezia. È un film di genere drammatico, ambientato nella idilliaca Isola di Capri del 1914 . Ha come protagonista Marianna Fontana che interpreta Lucia, una ragazza analfabeta che fa da guardia alle pecore.Come lo stesso regista ha affermato questo film si ispira alla vicenda storica della comune realizzata a Capri dal pittore tedesco Karl Wilhelm Diefenbach. La storia prende,infatti, avvio in seguito all’arrivo di alcuni artisti provenienti dal Nordeuropa, i quali decidono di stabilirsi sull’isola per poter cercare il senso della vita nel tentativo di poter tornare alla purezza originale caratteristica dell’epoca primitiva e creano così una comune. (Essi praticano il nudismo, sono vegetariani, danno importanza all’espressione artistica e hanno un forte rapporto con la natura). Lucia inizia a spiare il gruppo per poi avvicinarsi ad esso a tal punto da arrivare a conoscere Seybu. E quando i fratelli, in seguito alla morte del padre, cercheranno di combinarle un matrimonio con un un borghese del posto, lei lascia la casa per poi unirsi alla comune dove imparerà a leggere e a parlare in inglese. In seguito a vari episodi gli uomini vengono chiamati per prendere parte alla guerra da poco scoppiata e tale evento le fa capire che a causa della guerra gli ideali della comune si sono modificati e che ora loro puntano solo a diffondere il loro stile di vita pacifista. Si reca quindi,dalla madre per scusarsi del suo modo di essere e per affermarle che ha un grande bisogno di essere libera. E infine la vicenda si conclude con l’immagine di Lucia che si allontana dall’isola su una nave e con l’urlo di Seybu provocato dalla consapevolezza della rottura degli equilibri.

Si tratta quindi di una storia che si sviluppa attorno a una rivoluzione scatenata e animata solo e unicamente dal desiderio di libertà. Ma questa rivoluzione quando e dove avviene? Domanda del tutto lecita dal momento che spesso alla parola rivoluzione si è soliti associare l’immagine di battaglie, di armi e di sangue: elementi assenti nella storia in questione; ebbene la verità è che la rivoluzione avviene all’interno della mente e dell’anima della giovane Lucia. Lucia, è un personaggio del tutto dinamico che si evolve durante la storia poiché esce dagli schemi della sua vita monotona,da quella sorta di “gabbia ideologica” che non le permette di conoscere, di progredire e di conseguenza di perseguire una strada che possa renderla libera : si emancipa quindi dalla società patriarcale a cui appartiene. Si tratta di uno spirito forte col cuore tenero poiché sebbene si ribelli, è sempre mossa dall’amore, sentimento che prova persino verso chi ostacola la sua possibilità di essere libera. Sebbene il tratto che più la rende fenomenale sia il fatto che non ha paura del confronto con ciò che la circonda: è al contrario attratta dall’ignoto,non cede ai pregiudizi e alle impostazioni ideologiche che le impongono e soprattutto non ha paura del diverso anzi è interessata a conoscerlo. Incarna un po’ quello che dovremmo essere tutti noi ovvero persone aperte al confronto e alla condivisione di punti di vista diversi, persone che non alzano muri davanti al diverso. Un altro aspetto che assieme alla protagonista rende significativa questa pellicola è la serie di contrasti che bilanciano il racconto fornendo un pluralismo prospettico. Il contrasto più evidente è quello tra l’utopia e la realtà: la prima è caratteristica della comune che vive all’insegna della libera espressione artistica e nella ricerca di potenze sovrannaturali che si contrappone totalmente alla realtà a cui appartiene Lucia contradistinta da una società maschilista in cui la donna non ha valore e in cui si ha una mentalità chiusa e patriottica e a cui fa da sfondo l’ imminente scoppio della guerra. Ma non è il solo, è presente anche un contrasto tra fede e scienza: la prima incarnata da Seybu, il quale crede nella presenza di un’ entità superiore o comunque nell’importanza dell’arte e la seconda incarnata dal medico del paese, Carlo, uomo dalle idee socialiste che tenta invano di riportare sulla “retta via” Lucia. Per quanto riguarda, invece,la sceneggiatura e i costumi si può dire che la prima sia stata fatta davvero bene in quanto i dialoghi sono ben calibrati e la trama si sviluppa in modo molto lineare e che la scelta dei costumi sia stata del tutto appropriata poiché infatti sono simili a quelli utilizzati realmente all’inizio del Novecento.

Per quanto riguarda la regia, è ammirevole il fatto che il regista abbia voluto raccontare principalmente la rivoluzione di questa ragazza tramite una serie di contrasti (tra utopia e realtà, tra regole cambiamento, tra mente e spirito e tra fede e scienza) ma che nonostante ciò abbia dato alla storia un ritmo moderato. Il film lancia il messaggio di aprirsi al mondo per arrivare ad ottenere realmente la libertà,di non seguire la massa e di affermare la propria personalità e se necessario di creare rivoluzioni.

Loparco Cosma Krizia 5AL

RECENSIONE FILM GIURIA GIOVANI DAVID DI DONATELLO 2018/2019

TITOLO:Chiamami con il tuo nome

REGISTALuca Guadagnino

GENERE: Drammatico/ Romantico

ANNO: 2017

INTERPRETI PRINCIPALI: Timothèe Chalamet, Armie Hammer

Ambientato tra paesaggi campestri in quel di Crema, Chiamami col tuo nome è una storia d'amore, un amore silenzioso, intimo e misterioso tipico del primo innamoramento giovanile. E' la storia di Oliver, diciassettenne italoamericano figlio di un'agiata famiglia ebraica che ogni estate ha l'abitudine di ospitare uno studente straniero. Quest'anno l'ospite della famiglia Perlman è Oliver, giovane americano che al suo arrivo non passa inosservato agli occhi delle ragazze. Inizia così una profonda amicizia tra i due, e tra nuotate, passeggiate e gite in bicicletta, il tutto prende una piega inaspettata: Elio, tentennante e timido, è travolto dall'irresistibile fascino del suo nuovo compagno.

E' così che questa tacita passione si fa strada tra le anime dei due giovani, una passione che però non è scevra da tormenti. Oliver, infatti, si mostra inizialmente distaccato, atteggiamento che spinge Elio tra le braccia di Marzia, amica d'infanzia con cui avrà una breve storia. Ma Elio non si arrende, e decide di scrivere ad Oliver per mettere in chiaro i suoi sentimenti: è in quell'occasione che sboccia l'amore, che Oliver si arrende a questa passione proibita. La relazione tra i due procede serenamente, venendo rappresentata con uno sviluppo lento e delicato in un vagheggiamento idillico di erotismo e contemplazione. "Chiamami col tuo nome e io ti chiamerò col mio": in uno scenario permeato di una bellezza idealizzata, che per certi versi richiama i canoni degli ideali di estetismo, Elio ed Oliver si scambiano i nomi, compiendo un gesto di unione totale.

La partenza di Oliver, però, è sempre più vicina, e pur di trascorrere ancora un paio di giorni insieme, Elio lo segue a Bergamo prima di dirsi addio. Diversi mesi dopo, una chiamata da Oliver annuncia alla famiglia che sta per sposarsi con una ragazza, scatenando l'ira di Elio che, silenzioso, soffre immensamente. Rimasto solo, Elio, affranto, cerca conforto nel sostegno famigliare, ed è nelle parole del padre che troviamo l'apice di tutta la narrazione della pellicola: con un atteggiamento di profonda comprensione, gli dice di non disperarsi e di non smettere mai di amare, perché l'amore è l'essenza dell'animo umano.

La trama, dunque, si conclude apertamente, non approda ad una scelta: diventa quindi il racconto di un'esperienza immatura e fugace, di un amore giovanile che ha lasciato il segno, in un periodo dell'esistenza così pieno di incertezze e paure quale è l'adolescenza. In un tempo in cui l'amore è sovrastato da materialismo e consumismo, Chiamami col tuo nome va controcorrente, presentando agli occhi dello spettatore un amore idillico, passionale, proibito per la realtà socio-culturale degli anni ottanta. Con questa pellicola, Luca Guadagnino ripropone l'ideale perduto, quell'amore puro e disinteressato che oggigiorno sembra quasi impossibile. Tra gli interpreti del cast sicuramente si distinguono i due attori protagonisti che interpretano magnificamente i loro ruoli, e Thimothée Chalamet con la sua performance si è aggiudicato la sua prima candidatura ai Golden Globe a soli 23 anni. L'eccellente fotografia, la sceneggiatura e le scelte stilistiche del regista hanno fatto di questo film un quadro romantico, contornato da panorami estivi ed elementi decorativi dal gusto tipicamente italiano, ammaliando il pubblico straniero e travolgendo quello italiano con quello che può essere definito un manifesto innovativo e contemporaneo proiettato in un'epoca passata.

Lorenzo Camposeo V B Linguistico

Olimpiadi di Matematica

L'alunno Pontillo Sathyaram (2asa) si è classificato terzo alla finale delle Olimpiadi di Matematica su 89 partecipanti alla seconda fase per l'intera provincia di Brindisi.

Gli alunni della IIA Scienze Umane e IIC Economico Sociale a Montecitorio

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I PERCHE' DELLA GUERRA

La classe 5 a scienze applicate ha allestito una mostra-percorso storico sui diversi "perché della grande guerra" nelle aule teatro e musica dell’ala nuova dell’Istituto scolastico. L’istallazione è stata aperta a tutti gli studenti e i professori del liceo nei giorni 30 e 31 gennaio durante l’assemblea d’Istituto, e in seguito, visto il riscontro positivo, il sindaco e gli assessori del Comune di Cisternino sabato 3 febbraio, e dalle classi terze medie dell’Istituto comprensivo mercoledì 13 febbraio. Pubblichiamo un testo di Giuseppe Andrea Semeraro, uno degli studenti coinvolti nell’esposizione, che si è occupato della grafica della locandina, oltre ad aver curato assieme ad altri compagni la video-installazione introduttiva.
 
Nato dalla proposta della professoressa Siciliani di realizzare un “compito di realtà” nell’ambito della disciplina storica, il progetto è poi in seguito diventato una vera e propria “sfida” per approfondire vari interrogativi e aspetti che l’argomento “grande guerra” poneva a noi studenti. Abbiamo avuto la fortuna di avere un generoso supporto artistico e tecnico nel realizzare l’installazione da parte della prof.ssa Gabriella Castrense.
Dividendoci in gruppi ci siamo documentati e abbiamo approfondito il tema scelto e, ispirati dalle mostre sul territorio “Mai più Guerre’’ a Cisternino e “Pascali2018” a Polignano a Mare abbiamo deciso di tentare anche noi l’impresa e allestire la nostra esposizione multimediale.
Inizialmente stimavamo un tempo di realizzazione piuttosto basso ma più ci immergevamo nel progetto più venivano fuori nuove idee, idee che richiedevano tempo, ma che aumentavano la nostra voglia di fare e metterci in gioco.
E così, senza rendercene conto questo nostro progetto evolveva costantemente, e noi crescevamo con lui, reagendo alle necessità di cooperare, procurare materiale, cercare il modo più efficace per presentare l’argomento, adattandoci alla situazione e trovando la miglior soluzione ai diversi problemi incontrati durante l’allestimento.
Questa esperienza ha permesso non solo di trattare e approfondire un argomento in modo non convenzionale, permettendoci di sviluppare abilità analoghe a quelle richieste nel mondo del lavoro, ma lo ha reso anche più vicino a noi, creando un ponte con un passato ormai dimenticato, percepito come troppo distante rispetto al mondo in cui viviamo oggi, orfano della storia “maestra di vita”.
Il punto interrogativo, simbolo della mostra, è lo stendardo della curiosità e del voler conoscere, insito in ognuno di noi, che bisogna sempre avere il coraggio di ostentare, davanti a tutto, senza fermarsi alle apparenze, senza accettare una situazione per quella che è ma chiedendosi invece cosa si possa fare affinché essa cambi, anche nel proprio piccolo.
 
Il punto interrogativo è quello in cui vogliamo credere, un essere umano che sappia interrogare sé stesso prima di additare il suo prossimo, un essere umano che sappia prima di tutto conoscersi e accettarsi in tutte le proprie forme, etnie, religioni, sessualità e apparenze fisiche.
Il punto interrogativo è un futuro incerto, che in quanto tale spetta a noi far nostro, lottando più forte che possiamo per rendere reali il nostri sogni, perché insieme si può realizzare l’impossibile, e noi con questa mostra lo abbiamo fatto.
 
Giuseppe Andrea Semeraro 5 ASA

AL “PUNZI”: LEZIONI DI ECONOMIA E TERRITORIO “Creatività e sviluppo sostenibile”

Gli alunni delle classi quarte e quinte degli indirizzi Liceo delle Scienze Applicate e Liceo Economico Sociale venerdì 8 febbraio hanno incontrato la prof.ssa Margherita Ciervo, docente di Geografia Economica presso la facoltà di Economia di Foggia.

Un interessante approccio all’Economia intesa come “gestione della casa”, un’economia che valorizza le risorse territoriali, attenta allo sviluppo e non solo all’aumento del PIL.

Gli alunni, provenienti da percorsi liceali diversi (scientifico ed economico), hanno saputo interagire con la prof.ssa Ciervo e hanno scoperto quanto l’Economia e l’Ecologia siano così strettamente connesse fra di loro e come sia indispensabile, per un reale e continuativo sviluppo, che l’Economia sia “a servizio” del territorio e non viceversa.

Un incontro particolarmente formativo per i nostri studenti che hanno avuto modo di riflettere sulla responsabilità di ognuno di noi nel promuovere uno sviluppo qualitativo del territorio che tenga conto di come natura ed essere umano siano due elementi dello stesso sistema .

Prof.ssa Anna F. Amati

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Il progetto punta a rafforzare le competenze di base delle studentesse e degli studenti, allo scopo di compensare svantaggi culturali, economici e sociali di contesto, garantendo il riequilibrio territoriale, e ridurre il fenomeno della dispersione scolastica.

L’obiettivo è rafforzare le competenze di comunicazione in lingua madre e in lingua straniera, quelle logico-matematiche e le competenze di base in campo scientifico.