La classe 5 a scienze applicate ha allestito una mostra-percorso storico sui diversi "perché della grande guerra" nelle aule teatro e musica dell’ala nuova dell’Istituto scolastico. L’istallazione è stata aperta a tutti gli studenti e i professori del liceo nei giorni 30 e 31 gennaio durante l’assemblea d’Istituto, e in seguito, visto il riscontro positivo, il sindaco e gli assessori del Comune di Cisternino sabato 3 febbraio, e dalle classi terze medie dell’Istituto comprensivo mercoledì 13 febbraio. Pubblichiamo un testo di Giuseppe Andrea Semeraro, uno degli studenti coinvolti nell’esposizione, che si è occupato della grafica della locandina, oltre ad aver curato assieme ad altri compagni la video-installazione introduttiva.
 
Nato dalla proposta della professoressa Siciliani di realizzare un “compito di realtà” nell’ambito della disciplina storica, il progetto è poi in seguito diventato una vera e propria “sfida” per approfondire vari interrogativi e aspetti che l’argomento “grande guerra” poneva a noi studenti. Abbiamo avuto la fortuna di avere un generoso supporto artistico e tecnico nel realizzare l’installazione da parte della prof.ssa Gabriella Castrense.
Dividendoci in gruppi ci siamo documentati e abbiamo approfondito il tema scelto e, ispirati dalle mostre sul territorio “Mai più Guerre’’ a Cisternino e “Pascali2018” a Polignano a Mare abbiamo deciso di tentare anche noi l’impresa e allestire la nostra esposizione multimediale.
Inizialmente stimavamo un tempo di realizzazione piuttosto basso ma più ci immergevamo nel progetto più venivano fuori nuove idee, idee che richiedevano tempo, ma che aumentavano la nostra voglia di fare e metterci in gioco.
E così, senza rendercene conto questo nostro progetto evolveva costantemente, e noi crescevamo con lui, reagendo alle necessità di cooperare, procurare materiale, cercare il modo più efficace per presentare l’argomento, adattandoci alla situazione e trovando la miglior soluzione ai diversi problemi incontrati durante l’allestimento.
Questa esperienza ha permesso non solo di trattare e approfondire un argomento in modo non convenzionale, permettendoci di sviluppare abilità analoghe a quelle richieste nel mondo del lavoro, ma lo ha reso anche più vicino a noi, creando un ponte con un passato ormai dimenticato, percepito come troppo distante rispetto al mondo in cui viviamo oggi, orfano della storia “maestra di vita”.
Il punto interrogativo, simbolo della mostra, è lo stendardo della curiosità e del voler conoscere, insito in ognuno di noi, che bisogna sempre avere il coraggio di ostentare, davanti a tutto, senza fermarsi alle apparenze, senza accettare una situazione per quella che è ma chiedendosi invece cosa si possa fare affinché essa cambi, anche nel proprio piccolo.
 
Il punto interrogativo è quello in cui vogliamo credere, un essere umano che sappia interrogare sé stesso prima di additare il suo prossimo, un essere umano che sappia prima di tutto conoscersi e accettarsi in tutte le proprie forme, etnie, religioni, sessualità e apparenze fisiche.
Il punto interrogativo è un futuro incerto, che in quanto tale spetta a noi far nostro, lottando più forte che possiamo per rendere reali il nostri sogni, perché insieme si può realizzare l’impossibile, e noi con questa mostra lo abbiamo fatto.
 
Giuseppe Andrea Semeraro 5 ASA